Abbiamo provato per voi JarIt, lo chef sotto vetro: un nuovo ristorante/take away di Milano e Varese che propone piatti preparati da grandi chef in comodi (e bellissimi) barattoli sotto vetro. Curiosi di scoprirne di più?
Cos’è sto JarIt quindi? È un ristorante placé in centro a Milano (piazza Santo Stefano) e un take away che sostituisce il tradizionale junk food da asporto con piatti e materie prime di altissima qualità, ideati da grandi nomi della ristorazione. Il packaging è green, che più green non si può: alla dannosa plastica (ne avevo parlato in questo post su Facebook) vengono preferiti dei barattoli di vetro, che – grazie al confezionamento sotto vuoto – consentono la conservazione dei piatti fino a 15 giorni. JarIt, inoltre, incentiva il riciclo con un sistema di vuoto a rendere: ogni barattolo riconsegnato c’è 1 € di sconto sul successivo acquisto.
Vi avevamo già parlato di JarIt prima di Natale (qui, con tutti i consigli per dei regali in barattoli di vetro… sì, mi piacciono proprio un sacco!) anche se non avevamo ancora assaggiato i piatti. I fattori che mi avevano conquistato sin da subito erano la possibilità di assaggiare piatti di tanti chef rinomati diversi e a prezzi tutto sommato contenuti, la possibilità di avere un delivery che andasse oltre pizza/sushi/hamburger, la presenza di piatti gluten free o veg, la dettagliata lista degli ingredienti, la confezione in vetro e… i piatti decisamente sfiziosi, che cambiano di stagione in stagione. Quello che mi convinceva poco, sinceramente, era il prezzo 10-13 € per dei barattoli che dalle foto sembravano abbastanza piccini.
Grazie a Foodora – il servizio a cui JarIt si affida per la consegna a domicilio – a San Valentino abbiamo ricevuto un delizioso dessert a tema: una mousse al cioccolato con confettura al peperoncino e crumble alla mandorla. Prima sorpresona: i barattoli sono veramente grandi. Il contenuto era molto di più di quello che di solito viene servito nei risoranti a fine pasto. Rapporto qualità-prezzo decisamente approvato! Per quanto riguarda il gusto, lascio la parola al maritozzo, che nonostante fosse molto pieno da una super cenetta casalinga di San Valentino non ha resistito a finirlo tutto. Io mi sono limitata ad un assaggio, visto che conteneva glutine e latticini (qui ti racconto perché di solito non li consumo):
“Una grande sorpresa. Il dolce non sfigurerebbe in un ristorante di alto livello. Davvero un trionfo di sapori perfettamente equilibrati. La nota croccante del crumble bilancia e arricchisce la morbidezza della mousse. E poi c’è la confettura al peperoncino, la vera marcia in più: ho smesso di mangiarlo solo perché è finito. Top.”
Insomma, noi non vediamo l’ora di assaggiare anche i piatti salati e lo faremo presto, molto presto.
Aggiornamento del 3 marzo 2017:
Come promesso abbiamo assaggiato anche i vasetti salati: complice un sabato sera pigro, ma la voglia di provare piatti sfiziosi sabato 25 febbraio ci siamo goduti una cenetta gourmet e casalinga con JarIt.
Abbiamo ordinato quattro pietanze su Foodora, che ci ha offerto un servizio rapido ed efficiente. Anche il customer care che abbiamo dovuto contattare via live chat è stato estremamente collaborativo, gentile e professionale.
La parte più difficile è stato scegliere cosa mangiare e alla fine abbiamo optato per tre piatti di tre grandi chef e un contorno:
- Spalla di maialino alla birra Wayan, crema di zucca agli agrumi e castagne affumicate di Michelangelo Mammoliti, Executive Chef del Ristorante La Madernassa, Guarene (CN);
- Tonnetto scottato con cavolfiore e pomodoro piccante di Andrea Piantanida, chef e patron del Ristorante Luce, all’interno di Villa e Collezione Panza a Varese (FAI);
- Ratatouille con pinoli e uvetta.
Le porzioni sono abbondanti: con un vasetto e mezzo e magari un dolcetto si cena, due vasetti a testa sono una ricca cena. Basta scaldare i vasetti al microonde o – come abbiamo fatto noi a bagnomaria – e poi aprirli per trovarsi un piatto che sembra appena fatto: gustosi, profumati, equilibrati, sfiziosi, con i sapori ben riconoscibili. Tutto ciò che ci si aspetta quando si va a mangiare fuori. Difficile scegliere qual è stato il piatto che ci è piaciuto di più. Le carni – stinco e spalla – si scioglievano in bocca, la crema di zucca non era troppo dolce e il profumo agrumato dava una bella nota fresca al piatto, la polenta,invece, era burrosa al punto giusto e quel sodo e morbido allo stesso tempo che accoglieva alla perfezione lo stinco. Il tonnetto era cotto a puntino: rosato al centro. Delicata la crema di cavolfiore, ma con il piccantino del pomodoro che ci voleva proprio. Nulla da eccepire anche sulla ratatouille: verdure croccanti e non lesse (cosa che temevo vista la cottura e il riscaldamento successivo), con la sorpresa di uvetta e pinoli qua e la.
Non vediamo l’ora che esca il nuovo menù di marzo, per provare i piatti questa volta nel loro ristorante.