
Andrea ed io negli anni abbiamo appianato la maggior parte dei motivi e delle possibili cause di discussione, tranne per… chi si accaparra la fetta più grande di farinata a cena!

La farinata, chiamata anche fari-frittata o frittata senza uova o cecina, è un piatto tipico della Liguria e viene spesso utilizzato nella cucina vegana. E’ una frittata/focaccia/torta salata a base di acqua e farina di ceci, altamente proteica (ecco perchè amata dai vegani, che consumano solo proteine di origine vegetale), personalizzabile in mille modi e – ovviamente – deliziosa.
Noi, che non siamo nè liguri nè vegani, la mangiamo da circa un annetto, spinti dalla curiosità di provarla e di variare un po’ di più in un’ottica di ridurre il nostro consumo di carne. I legumi sono buonissimi, ma diciamocelo, non è facilissimo reinventarli e farlo di settimana quando si torna a casa tardissimo.
La farinata rappresente per noi un’ancora di salvezza per quelle giornate in cui preventivamente sai che non avrai molto tempo per cucinare, che avrai bisogno di qualcosa di sfizioso, che hai il frigo vuoto e non hai tempo per fare la spesa o voglia di cadere sul pollo alla piastra o su affettati e affini.
In realtà è facilissima da preparare e si cucina da sola, dando modo di ottimizzare i tempi, ma ci sono alcuni piccoli trucchetti perchè sia perfetta. Gli avanzi poi vanno benissimo per la schiscetta dell’indomani. L’unica accortezza è che va preparata in anticipo e lasciata riposare almeno una notte o comunque 8 ore o più. Sì, è vero, ci sono ricette in cui viene preparata express, ma il riposo notturno è uno di quei piccoli segreti che fanno la differenza (e a noi non è mai riuscita senza il riposo notturno).

Ingredienti per 4 porzioni ed una teglia da 24 cm di diametro (solitamente 1/2 ad Andrea; 1/4 a cena e 1/4 a pranzo l’indomani per me):
-2 cucchiai d’olio evo
-100 gr di farina di ceci
-300 ml di acqua tiepida (o brodo vegetale tiepido, sarà speciale così)
-Un bel pizzico di sale marino integrale
-Un rametto di rosmarino fresco + aghi di rosmarino q.b. per la superficie
-Pepe nere a piacere
-Una teglia dal diametro di
Procedimento:
La sera prima di mangiare la farinata amalgamate velocemente con una frusta la farina, il sale, l’olio e l’acqua o il brodo tiepido. Aggiungete anche il rametto di rosmarino, coprite bene e lasciate riposare in frigo.
Sarà una pastella molto liquida, non vi preoccupate. E non vi preoccupate neanche di eventuali grumi, il riposo notturno li scioglierà.
Il giorno successivo accendete il forno a 200°. Prendete un foglio di carta da forno, inumiditelo leggermente, coprite la teglia e infilatela in forno per far asciugare la carta da forno: appena sarà asciutta, togliete la teglia e fatela raffreddare. Inumidere la carta vi aiuterà a darle la forma adatta alla teglia, il processo di asciugatura serve per non far attaccare la farinata.
Appena il forno ha raggiunto la temperatura, date una bella rimescolata alla pastella. In questa fase preferisco usare un leccapentole di silicone. Versate la pastella nella teglia, cospargete la farinata con pepe nero e rosmarino tritato ed infornate per 45 minuti. 45 minuti per: apparecchiare, preparare il contorno, leggere un libro, mettervi la tuta o il pigiama, far prendere aria al vostro rosso preferito…
L’idea in più:
Provatela con fettine di cipolla rossa aggiunte all’impasto; oppure carciofi trifolati (tagliateli un po’ più sottilmente che come vedete qui); curry; zucchine, carote e cipolle tritate finemente in un robot da cucina (questa è la versione migliore per mangiare la farinata l’indomani: le verdurine la manterranno umida e morbida all’interno); un trito di capperi, pomodorini secchi e origano.
Da ligure, mi congratulo per gli apprezzamenti sulla farinatamio piatto del cuore!
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Grazie per il commento Tiziana. Pur non essendo ligure, da quando ho scoperto questa vostra delizia è diventata anche un mio piatto del cuore che faccio veramente spessissimo.
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